NATIVITA’ di SAN GIOVANNI BATTISTA [SCARICA]
24 Giugno 2018
“La solennità della Natività di san Giovanni il Battista prevale sul lezionario domenicale. All’inizio dell’estate si celebra questa grande festa, una ricorrenza antichissima, già attestata da sant’Agostino in Africa. Accanto a Maria, la madre del Signore, Giovanni il Battista è il solo santo di cui la chiesa celebri non solo il giorno della morte, il dies natalis alla vita eterna, ma anche il dies natalis in questo mondo: di fatto, Giovanni è il solo testimone di cui il Nuovo Testamento ricorda la nascita, così intrecciata con quella di Gesù. Ed è proprio questo intersecarsi di vicende che ha portato alla scelta della data del 24 giugno per celebrarne la memoria: se la chiesa ricorda la nascita di Gesù il 25 dicembre, non può che ricordare quella di Giovanni al 24 giugno, essendo essa avvenuta, come testimonia il vangelo secondo Luca, sei mesi prima” (E. Bianchi).
Ma chi è Giovanni il Battista?
Giovanni è il figlio di Zaccaria, colui che divenne muto, e di Elisabetta, la sterile: la sua nascita, indubbiamente prodigiosa, annuncia l’arrivo dei tempi messianici nei quali la sterilità diventerà fecondità e il mutismo profezia. Giovanni è la lampada preparata per il Messia (cfr. Sal 132, 17; Gv 5, 35); è il maestro di Gesù, che lo segue come discepolo, eppure “gli è passato avanti perché era prima di lui” (cfr. Gv 1, 15.30), “più forte di lui” (cfr. Lc 3, 16); è l’amico di Gesù, Sposo veniente (cfr. Gv 3, 29) … Senza paura di sbagliare potremmo dire che il Vangelo è la storia simultanea di profezia e compimento: Giovanni e Gesù, con le loro biografie singolari e la loro specifica chiamata, sono la testimonianza dei disegni di Dio. Se la Chiesa, ancora oggi, celebra come festa la nascita del Battista è perchè giustamente ritiene centrale la sua figura nella storia della salvezza. Giovanni si chiama “Battista” perché “pratica un nuovo rito di abluzione nel quale il battezzato non si immerge da solo nell’acqua, come nei riti di quel tempo, ma riceve l’acqua dalle mani del profeta. Giovanni intendeva così affermare che l’uomo non può purificarsi da solo, ma che ogni santità viene da Dio” (Bruno Frediani).
Quando Giovanni viene al mondo, nella meraviglia di tutti viene chiamato Jochanan, cioè “il Signore fa grazia”, nome che fissa in lui la vocazione e la missione, un nome assegnatogli da Dio tramite il suo messaggero.
Coloro che furono testimoni di questa nascita furono ricolmi di gioia: “i vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in Elisabetta la sua misericordia e si rallegravano con lei”. Zaccaria, suo padre, impossibilitato prima a invocare la benedizione sul popolo al termine della liturgia al tempio (cfr. Lc 1, 22), ora loda Dio avendo riconosciuto il suo intervento e scioglie il canto messianico del Benedictus, nel quale si rivolge al figlio con queste parole: “E tu, che ora sei piccolo, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, camminerai davanti al Signore” (cfr. Lc 1, 76).
“Che sarà mai questo bambino?”, si domandavano tutti coloro che custodivano nel cuore l’evento della nascita di Giovanni.
“Grande domanda da ripetere con venerazione, davanti al mistero di ogni culla. Cosa sarà, oltre ad essere dono che viene dall’alto? Cosa porterà al mondo? Un dono unico e irriducibile: lo spazio della sua gioia e la profezia di una parola unica che Dio ha pronunciato e che non ripeterà mai più (cfr. Vannucci). Sarà «voce», proprio come il Battista, la Parola sarà un Altro” (E. Ronchi).
Giovanni Battista si pone all’incrocio della strada dell’uomo e della strada del Signore, dove si trova Gesù, il Vivente, presente e velato, per ogni essere umano “mendicante del cielo”, abitato dal desiderio di cercare e trovare il significato e il fine per cui valga la pena vivere.
Nel silenzio e nel deserto, in solitudine o in compagnia, apriamoci oggi all’incontro con Gesù, il Messia, sui passi di Giovanni Battista, il precursore.
✠ Francesco Savino